ERA UNA SERATA TRANQUILLA



E’ una serata tranquilla. La famiglia Nitti si sta per mettere a cena. In sottofondo SkyTg24 diffonde le solite notizie.
“Luisa, ma Fabio torna per cena?” chiede il papà mentre affetta un filone di pane integrale.
“Si mi ha detto che torna. E non farle doppie le fette che non siamo alla trattoria dei camionisti della statale 98”
“Ma sempre mi devi riprendere sullo spessore delle fette?”
“Certo. Tu ci fai tre fette con un filone da mezzo chilo. Sottili le devi fare. Servono per accompagnamento. Da gustare. Devi avere una sensazione di pane. Tu le fai doppie come se dovessi usarle come fondamenta per un palazzo di dieci piani”

Arriva la figlia piccola. “Mamma quando si mangia?”
“Aspettiamo Fabio. Tra poco a tavola. Vatti a lavare le mani.”
“Ma sono pulite”
“Vai a lavarle lo stesso”
“Uffa. Ma papà non le ha lavate per tagliare il pane”
“Alberto è vero?”
“Ma le avevo pulite.”
“Ahhh ma che esempio dai! Ma come devo fare con te?”

“Spia, spia, spia non sei figlia di Maria” il papà ridendo insegue la figlia e corrono verso il bagno a lavarsi le mani.

In quel momento arriva Fabio. La mamma lo saluta “Ciao amore”
“Ciao mamma. Stiamo per cenare?”
“Certo. Cinque minuti”
“Vi devo parlare.”
La mamma capisce che c’è qualcosa che non va e grida “A tavolaaaaa!”
Arrivano tutti e si siedono.
“Alberto, Fabio ci vuole parlare.” La mamma apre la discussione
“Che ci vuoi dire Fabio?” dice il papà mentre sceglie un pezzo di pane dal cestino
“E’ una questione di genere”
“Di che genere?” dice il papà mentre stacca la mollica morbida dalla fetta di pane
“Non credo che il nome Fabio mi rappresenti più”
“In che senso scusa?” La mamma cerca di capire
“Mi passi le polpette?” il padre sembra far scivolare la discussione
“Mi voglio chiamare Elisabetta”
Silenzio improvviso. Solo la sorellina sorride con la mano davanti alla bocca.
“Elisabetta?” il papà lo guarda ma non riesce a capire cosa gli è sfuggito in questi ventiquattro anni.
“Alberto hai sentito benissimo. Fabio si vuole chiamare Elisabetta” interviene la mamma.
“Ho capito benissimo. Ma sei gay? Guarda che non c’è niente di male. Ci ho messo anni per comprendere l’omosessualità ma credo che tu debba vivere la tua sessualità come meglio credi. Io e la mamma siamo con te. Vero cara?”
“Certo. Fabio noi siamo con te.”
“Ma io non sono gay. Mi piacciono le ragazze. Voglio però vivere la mia dimensione anagrafica liberamente. Voglio chiamarmi Elisabetta per abbattere questi schemi legati ai nomi. Voglio essere libero di chiamarmi Elisabetta”
“Fabio ma non è meglio che diventi gay? Almeno ti chiami Fabio, che è il nome che ti abbiamo dato. Al limite mi cambi sesso se proprio ti vuoi chiamare Elisabetta. No cara?”
“Si, Fabio. Meglio gay secondo me o, come dice papà cambi sesso. Oggi sono interventi che si fanno sempre più spesso.”
“Ma io voglio stare con le ragazze. A me piacciono loro. Non voglio cambiare sesso. E poi il mio desiderio è vivere con Annalisa”
“E lei lo sa che ti vuoi chiamare Elisabetta?”
“Certo anche lei vuole vivere fuori da questi schemi anagrafici che ci ha imposto una società rigida. Anche lei vuole cambiare nome.”
“No. Lasciami indovinare. Ugo?”
“Si papà, come lo sai?”
“Sono andato ad intuito”
“Mamma anche io mi voglio chiamare Ugo come Annalisa” dice la sorellina
“Mangia le polpette che si freddano” la mamma amorevole cerca di gestire la situazione.
“Senti Fabio, mio padre si chiamava Fabio, mio nonno si chiamava Fabio e non puoi rompere i coglioni con questa idea di chiamarti Elisabetta e rimanere quello che sei. Io una nuora che si chiama Ugo non la voglio. Quindi pensaci bene o mi fai il gay e quindi lasci Annalisa e vieni qui con un compagno con cui condividere la tua vita oppure ti chiami Elisabetta, cambi sesso e al limite mi diventi lesbica e puoi continuare a stare con Annalisa. Ah no, con Ugo. Vabbè insomma hai capito. Scordati di cambiare nome. Siamo una famiglia attaccata a certi valori. Passatemi ‘ste cazzo di polpette!”
“Papà ma io posso diventare lesbica se Fabio cambia sesso e si chiama Elisabetta e diventa lesbica anche lui? Così siamo uguali”
“MI FATE SENTIRE IL TIGGI’ PER FAVORE????”

Pubblicato da markmccandy

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